Le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie del frutto possono contribuire

a una risposta ossea favorevole

 

In una nuova pubblicazione scientifica pubblicata su Advances in Nutrition intitolata “Il ruolo delle prugne disidratate nella modulazione delle vie infiammatorie per migliorare la salute delle ossa nelle donne in postmenopausa”, i ricercatori della Pennsylvania State University hanno esaminato le relazioni tra la salute delle ossa, stress ossidativo, infiammazione, salute dell’intestino e il consumo di prugne secche. In un’analisi e sintesi di oltre 18 studi, i ricercatori riconoscono una correlazione esistente tra le prugne disidratate e la salute delle ossa e vorrebbero portare avanti ricerche future per comprendere ulteriormente i meccanismi alla base degli impatti positivi del frutto sulle ossa, attraverso l’eliminazione dello stress ossidativo e dei marcatori infiammatori, nonché sui cambiamenti del microbiota dell’intestino.

“L’osteoporosi rappresenta un problema di salute importante per le donne di età superiore ai 50 anni. I rimedi nutrizionali non farmaceutici stanno diventando sempre più popolari e le prugne disidratate sono state ampiamente studiate come potenziale rimedio per alcune persone” – ha affermato l’autore principale dell’articolo, Connie J. Rogers, PhD, MPH, Professore Associato di Scienze Nutrizionali e Fisiologia, dell’Università Statale della Pennsylvania. “Ci sono sempre più prove concrete che gli effetti protettivi delle prugne disidratate sulle ossa possano essere collegati alla loro azione antiossidante e antinfiammatoria, ed è possibile che, anche i cambiamenti nell’intestino dovuti al consumo di prugne disidratate, siano collegati ai risultati favorevoli per la salute delle ossa”.

Attingendo da studi clinici e preclinici, i ricercatori suggeriscono che i composti fenolici e il contenuto di fibre alimentari nelle prugne secche possano alterare il microbioma intestinale in modo da diminuire la circolazione dei marcatori infiammatori, diminuendo infine il turnover osseo. Propongono inoltre che i composti fenolici nelle prugne disidratate potrebbero essere responsabili dell’attività antiossidante che aiuta a rallentare i processi di perdita ossea, stimolando potenzialmente la formazione del tessuto osseo.

Studi clinici condotti su donne in postmenopausa hanno mostrato gli effetti promettenti delle prugne disidratate sulla salute delle ossa, indicando che il consumo di prugne secche, sia di 50 grammi (5-6 prugne disidratate) che di 100 grammi (10-12 prugne disidratate) al giorno, può prevenire la perdita ossea. Inoltre, la ricerca sulla correlazione tra infiammazione e consumo di prugne disidratate suggerisce anche che le prugne secche abbiano un effetto positivo sulla capacità antiossidante e la diminuzione di alcuni marcatori infiammatori nelle donne in postmenopausa con perdita ossea.

Rogers e il suo team raccomandano di basarsi su questi studi esistenti per portare avanti studi randomizzati e controllati sul consumo di prugne disidratate su larga scala che includano anche la misurazione dei composti fenolici attraverso il sangue o l’urina per esplorare ulteriormente i cambiamenti nell’ossidazione, nell’infiammazione e nel microbioma intestinale. In tal modo, i ricercatori possono determinare più da vicino e con più precisione i diversi impatti che le prugne disidratate possono avere sul corpo e come possano migliorare la salute delle ossa.

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FONTI

Damani JJ, De Souza MJ, VanEvery HL, Strock NCA, Rogers CJ. The Role of Prunes in Modulating Inflammatory Pathways to Improve Bone Health in Postmenopausal Women. Adv Nutr. 2022 Jan 3: nmab162. Epub ahead of print.