Storia

Quest’Albero Più Quell’Albero
Tra i cercatori d’oro che sbarcarono sulla Costa Occidentale degli Stati Uniti vi era anche Louis Pellier, che veniva dalla regione francese di Agen. Situata nella Francia sudoccidentale, Agen era – ed è tuttora – famosa per le sue “Pruneaux d’Ente”, o prugne secche.
Nel 1850 Pellier trasformò un pezzo di terra fertile, in prossimità di Mission San Jose nei “Giardini di Pellier” dove, con l’aiuto del fratello Pierre, fece un innesto tra una varietà selezionata di prugne d’Agen e i prugni selvatici che crescevano nella valle. Dopo qualche anno questi alberi speciali cominciarono a dare frutti molto speciali: le Prugne della California.
Mentre gli alberi di Pellier crescevano, si sviluppava anche il mercato americano delle prugne per l’Europa. Entro il 1870 la crescita delle importazioni catturò l’attenzione dei coltivatori più esperti. Avendo a disposizione gli alberi sviluppati e testati da Pellier, anche loro iniziarono a piantare i Prugni della California. Dopo 15 anni, anche grazie allo sviluppo del trasporto su rotaia, la produzione di Prugne della California superò il livello delle importazioni. Si stima che nel 1900 ci fossero ben 85 stabilimenti di confezionamento di Prugne della California operanti nel settore.

Alti e Bassi e 500 Scimmie
L’inizio del XX secolo vide una serie di alti e bassi nella nuova industria; coltivatori troppo zelanti piantarono alberi in sovrannumero e si ritrovarono con un eccesso di produzione. Sulla Costa Orientale e all’estero il mercato era invaso da prodotti importati che venivano spacciati per Prugne della California e venduti a prezzi inferiori, deludendo così i consumatori e deteriorando il mercato. I prezzi crollarono e i costi del lavoro aumentò.
(Curiosità: Un coltivatore provò a impiegare 500 scimmie come forza lavoro a basso costo. Sì, proprio scimmie vere. In effetti le scimmie si rivelarono sorprendentemente brave nella raccolta delle prugne. Ma poi, tipico delle scimmie, le mangiarono tutte.)
I conflitti e le difficoltà portarono alla creazione della “Dried Fruit Association of California” nel 1908, incaricata di supervisionare i contratti di vendita, il trasporto e le leggi e normative nel campo. Con il tempo, l’Associazione apportò una serie di miglioramenti qualitativi e d’innovazioni tecnologiche. A seguire, vennero apportati anche miglioramenti in termini di prodotto, con l’introduzione del succo di prugna nel 1932 ed il lancio di una nuova qualità di prugne, più morbide e soffici, pronte da mangiare.
In Guerra e Ritorno…


Da una Valle all’Altra
Crescita, Espansione e Ritorno alle Origini
I successivi 50 anni videro il debutto della prima prugna secca denocciolata, che tuttora rappresenta la varietà preferita dal pubblico e quella più venduta. Questi anni videro anche l’avvento della pubblicità moderna, delle relazioni pubbliche e delle promozioni di vendita, tra cui anche la “Campagna di Frutta ad Alto Contenuto di Fibra” che spopolò per quattro anni consecutivi, spingendo la crescita del mercato interno.
Studi nutrizionali e ricerche culinarie nell’industria della produzione di prugne aprirono la strada a campagne di marketing più orientate alla salute, con gli esperti nel campo che consigliavano di usare le prugne come sostituto del grasso nella preparazione di prodotti da forno e per dare più sapore e umidità ad altre preparazioni. La ricerca nutrizionale ha anche ampliato le nostre conoscenze sull’importanza delle prugne per la salute intestinale e delle ossa.
Si è addirittura giocato con l’idea di cambiare il nome ufficiale da prugne “secche” in prugne “essiccate”, ma l’idea è stata poi abbandonata.
Oggi si va fino in California per le prugne: è un dato di fatto. “Prunes. For life”.

